Équipe pastorale

Le èquipe pastorali per l’ascolto della città

Una équipe pastorale in ogni parrocchia per la prossima fase del cammino pastorale diocesano, l’ascolto del “grido” della città. È l’invito del cardinale vicario De Donatis annunciato con la lettera inviata nei giorni scorsi a parroci, sacerdoti e diaconi della diocesi di Roma.

Una équipe pastorale che avrà il compito di guidare e dare autentica concretezza all’ascolto della gente del proprio territorio: individuando situazioni, ambienti di vita, persone concrete delle quali farsi carico, per riconoscere che cosa il Signore ci sta chiedendo attraverso di loro». 

Ascoltare «il grido della città», che non significa solo «la raccolta dolorosa delle tante sofferenze ed ingiustizie che dilaniano la vita degli abitanti di Roma». Ma fare un passo in più. 

Il suo compito è fondamentale: animare dal di dentro la comunità parrocchiale, perché, nei suoi vari membri e livelli, possa realizzare l’ascolto del quartiere e delle storie di vita dei suoi abitanti».

L’équipe ha un ruolo di primo piano, ha il compito di animare l’ascolto cui sono chiamati tutti gli operatori pastorali. Un impegno che si esprime attraverso un triplice movimento: andare alla ricerca e incontrare le persone che abitualmente non frequentano la parrocchia; dialogare con loro, ascoltando le storie di vita, il loro vissuto; contemplare la presenza di Dio nelle vite delle persone e nella vita della città. Ascoltare è già un atto di amore, come ha detto il Papa. Importante sarà anche un momento di preghiera in ogni parrocchia su quanto verrà ascoltato. L’ascolto è rivolto a famiglie, giovani e poveri.

I catechisti dell’iniziazione cristiana saranno coinvolti nell’ascolto delle famiglie, soprattutto quelle più giovani, per esempio attraverso visite nelle case, non in gruppo, per favorire la confidenza, il confronto. L’ascolto dei giovani sarà curato da catechisti degli adolescenti, educatori, animatori, capiscout nei luoghi dove i giovani vivono e in quelli che frequentano, a partire dalle scuole, grazie alla collaborazione con gli insegnanti di religione. Si penserà a eventi mirati classe per classe nel rispetto dei piani formativi dei singoli istituti, parliamo naturalmente di scuole superiori. C’è poi l’ascolto del “grido” dei poveri e degli ammalati che coinvolgerà gli operatori della carità, un ascolto necessariamente più paziente. Accanto a questo triplice ascolto, è in programma una mappatura del territorio con le informazioni necessarie per una sempre più adeguata evangelizzazione.

In cosa consiste questa mappatura?
Sia nel delineare le situazioni di disagio, come famiglie in difficoltà, palazzi occupati, insediamenti abusivi, sia nell’indicare gli ambienti di vita, di lavoro e di svago, dalle scuole ai centri commerciali, dalle palestre ad altri luoghi di aggregazione informali.